Parto in acqua: preparazione ed esperienze
Negli ultimi anni si sente sempre più parlare del parto in acqua: si tratta di una preparazione originale per la nascita del bambino, che permette di programmare il momento del parto all’interno di una speciale piscina in ospedale oppure a casa.
Il parto in acqua è un fenomeno che si va diffondendo man mano che le donne prendono consapevolezza dei rischi della medicalizzazione del parto: questo gesto naturale spesso è vissuto con ansia all’interno della struttura ospedaliera, ecco perché molte donne scelgono di vivere questa esperienza in modo più naturale e dolce.
Partorire in acqua consente di regalare alla partoriente ed al bambino un contesto più naturale, meno stressante e più intimo.
Se vuoi sapere come puoi calcolare la data presunta del parto (DPP), ti invito a leggere questo articolo riguardo la Gravidanza oltre termine.
Come funziona il parto in acqua
Il parto in acqua è una pratica che è possibile seguire solamente se si ha un travaglio fisiologico, vale a dire se la gravidanza non è a rischio. Questa pratica prevede l’immersione della donna in una piscina ad hoc o in una vasca gonfiabile con acqua calda. La donna entra nella piscina quando la cervicale è dilatata di almeno 5 cm, sempre con l’assistenza dell’ostetrica e del ginecologico per valutare la temperatura dell’acqua e il battito cardiaco di madre e figlio. Ovviamente la donna può anche cambiare idea e scegliere di partorire normalmente; questo tipo di parto inoltre prevede anche la presenza, se si desidera, del padre che sta in acqua con la madre.
Il parto in acqua è una pratica innovativa, e per questo motivo non è ancora prevista da tutte le strutture pubbliche. Gli ospedali più moderni e le cliniche private sono spesso provviste degli strumenti adatti per permettere alle donne di sperimentare questa tecnica di parto, ma è possibile anche affittare delle piscine gonfiabili per chi voglia sperimentare il parto in acqua in casa. In ogni caso, è necessario informarsi e prenotare le strutture per tempo.
I vantaggi ed i rischi del parto in acqua
Quali sono i vantaggi del parto in acqua? Si tratta innanzitutto di un metodo estremamente naturale per la donna e poco traumatico per il bambino, il quale, anziché nascere direttamente in un ambiente molto diverso dalla pancia della mamma, si ritrova in un liquido caldo che rende meno traumatica la nascita. Il piccolo inoltre non ha il riflesso della respirazione finché si trova in un ambiente liquido, e quindi non c’è rischio che ingoi acqua.
La donna, dal canto suo, ha più libertà di movimento, il peso risulta minore se immersa nell’acqua, la quale regola anche la pressione sanguigna. L’acqua calda aiuta la donna a rilassarsi e a sentire meno dolore. Le donne che hanno sperimentato il parto in acqua a casa ne parlano come una bella esperienza, intima, familiare, lontana dal caos dell’ospedale e con accanto le persone che si amano (figli e compagno, ad esempio).
Ma anche in ospedale l’esperienza del parto in acqua risulta più naturale e più rilassante.
Molte donne si chiedono se il partorire in acqua comporti dei rischi o meno. Il parto in acqua è vietato in caso di parto podalico, per i parti gemellari e per quelli prematuri, ed in generale per tutti quelli con complicazioni e che richiedono il parto indotto. Per il resto partorire nell’acqua non presenta rischi e pericoli ma è necessario parlare schiettamente con il ginecologo.
I costi del parto in acqua
Come si è accennato, è possibile programmare il parto in acqua in casa o in ospedale. Nel primo caso è necessario dotarsi di una piscina speciale per il parto. Ne esistono di diverse tipologie, il costo è sui 400 euro circa per il noleggio più il telo copri-vasca monouso per questioni di igiene.
Prima di noleggiare la piscina, è consigliabile parlare dell’opzione con il ginecologo ed ovviamente avere il via dei medici, dato che la gravidanza per il parto in acqua deve essere senza complicazioni.
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